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INEDITO TEST DI MERCEDES: SEI NAZIONI IN ELETTRICO

Questa volta le Sei Nazioni non sono quelle che danno vita al più prestigioso torneo di rugby europeo. In questa occasione, le Sei Nazioni sono in elettrico.

Così come le ha ribattezzate Mercedes, promotrice di questa iniziativa.

“Safe-Drive” vi ha preso parte, un motivo quindi ulteriormente valido per raccontarvi di che cosa si è trattato e le finalità individuate dal marchio tedesco.

Partenza da Milano e arrivo previsto nella capitale norvegese Oslo, tre giorni dopo. Per essere precisi, 2.289 km percorsi rigorosamente “in elettrico” a bordo di Mercedes Eqe e Mercedes Eqs Suv.

Quanto è stato il tempo impiegato? E il tempo per ricaricare il motore elettrico? E la spesa?

Le domande si affacciano giustamente rapide, toccando i tasti principali e, non nascondiamolo, anche i dubbi e le perplessità che ancora avvolgono, come una coltre nebbiosa, la mobilità elettrica.

Come detto poco fa, lo spazio temporale del viaggio si è dipanato lungo tre giorni, ma le ore effettive alla guida sono state 25.

Prima di parlare di consumi, ricariche e costi, è indispensabile però divulgare le caratteristiche principali delle auto utilizzate per l’occasione.

Premesso di essere al cospetto di modelli che per design, comfort e tecnologia rappresentano oggi lo stato dell’arte della mobilità elettrica, guardiamo ora più nel dettaglio capacità e prestazioni.

La Mercedes Eqe, una “berlinona” poco al di sotto dei 5 metri di lunghezza, è in versione 350+ con una batteria da 90,56 kWh e un’autonomia dichiarata di circa 654 km.

Si tratta di dati decisamente interessanti, e reali, che vanno a confermare i sostanziosi progressi compiuti in questo campo dalla Casa della Stella.

La seconda vettura è la Mercedes Eqs Suv 450 4Matic, dotata quindi della trazione integrale. In questo caso la capacità della batteria è ben superiore, 108 kWh, ma il range di autonomia lievemente più basso, pari a 616 km.

Le due vetture sono state usate alternativamente lungo il percorso quindi meglio concentrarsi sul numero delle soste e sulla loro durata media. Gli stop per la ricarica sono stati in totale dieci, con una media di 222 km percorsi tra una colonnina e l’altra, tenendo presente che per una migliore gestione dei tempi di attesa, la ricarica rapida è stata sempre sfruttata fino all’80%.

Nello specifico, una ricarica fino a 84 kWh ha richiesto circa 40 minuti, una da 7 kWh, solo 10 minuti. Indizio evidente che la mobilità elettrica richiede un minimo di esperienza e di praticità per essere sfruttata a dovere e con i minori intoppi possibili.

Detto questo, di fretta è bene però non averne troppa.

Un esempio, il primo giorno, i tempi di ricarica hanno richiesto un’ora e mezzo, il secondo giorno due ore e mezzo e il terzo giorno un’altra ora e mezzo. Nel caso, meglio abbinarli alle soste per i pasti.

“Safe-Drive” conclude il racconto e l’analisi di questa esperienza valutando quanto sia stato l’esborso per questo viaggio da Milano a Oslo. Anche questa volta una premessa è però d’obbligo. Tutte le ricariche sono state effettuate presso le colonnine della rete Ionity, partner di Mercedes. Questo operatore è il più diffuso ed esteso in Europa con potenze di ricarica fino a 350 kW e più di 450 aree dotate di oltre 2mila punti di ricarica distribuite in 24 Paesi europei. Entro il 2025 lo stesso Gruppo Ionity punta quanto meno a raddoppiare le proprie aree.

Il pagamento di ogni ricarica è stato effettuato sfruttando l’abbonamento Mercedes Charge L Tariff che prevede un costo mensile di 11,90 euro. In questo modo, ogni kWh è stato pagato 0,59 euro contro una spesa che diversamente sarebbe stata di 0,79 euro. Al netto di tutto questo, le ricariche per arrivare da Milano a Oslo, percorrendo 2.289 km sono costate 371,70 euro.

La morale che ne ricava quindi “Safe-Drive” è che, oggi, viaggiare in elettrico lungo l’Europa si può, di certo senza troppi patemi, ma che al di là del piacere di guida, del comfort e della sicurezza, la spesa e i tempi di attesa per la ricarica sono ancora elementi migliorabili, sui quali tutti i soggetti coinvolti dall’affaire mobilità elettrica dovranno lavorare.

 

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