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NUOVA FERRARI AMALFI COSI’ CAMBIA LA ROMA

Hanno tolto la Roma. Ne hanno fatta una nuova. La chiamano Amalfi. Non è un facelift. È un’auto inedita, un capitolo diverso. Un punto e a capo. In Ferrari non si scherza con queste cose. O si fa, o non si fa. Non si fanno le cose a metà.
La guardi… e capisci subito. È elegante, ma ha i muscoli. La Roma era più dolce. Questa no. Il muso non ha più la vecchia griglia. Ora c’è una striscia nera che unisce i fari, come sulla Ferrari Purosangue. Sotto, una bocca larga, pronta a bere l’aria, a inghiottire la strada. Dietro, fanali sottili, quasi invisibili. Uno spoiler si alza e si abbassa, se serve. È lunga come la Roma, ma ha più carattere. Più cattiva. Più decisa.
Sotto il cofano non c’è elettricità. Non ancora. Solo il fantastico V8 biturbo da 3.9 litri. Un cuore di metallo che ora scatena 640 cavalli, venti in più della Roma, e 760 Nm di coppia. La spinta è decisa. Ti schiaccia contro il sedile. Va da zero a cento in 3,3 secondi e tocca i 320 all’ora. Il lusso sportivo per gli uomini del Cavallino ha ancora l’odore della benzina e del metallo caldo. È una regola. Un manifesto. Una questione di fede. Un ultimo atto di un’era che sta finendo.
Dentro è tutto nuovo. Hanno ascoltato le critiche e il volante ha i bottoni, non più quei fastidiosi comandi a sfioro. Che sollievo. Il pulsante di accensione è di metallo. Freddo, solido. C’è uno schermo al centro plancia, pulito, e il passeggero ha il suo: sottile, con la velocità e il regime motore. I sedili sono comodi e c’è anche il massaggio. È fatta per viaggiare, veloce, per tanti chilometri.
Il Manettino ha nuove tarature. Le modalità da bagnato e comfort sono più progressive, ti perdonano gli errori. Le Sport e Race più affilate, non scherzano. Il sistema frenante è brake-by-wire. Non ha collegamenti meccanici. Frena come se non ci fosse un domani. L’aerodinamica è attiva, genera 110 chili di carico a 250 all’ora. Ti tiene incollato alla strada. Senza discussioni.
È un’auto che fonde il classico col nuovo. Una GT che onora il motore a benzina prima che il tempo lo porti via per sempre, che non dimentica il sound Potente, roboante, avvolgente. Flavio Manzoni, il capo del design, ha detto una cosa giusta: “Abbiamo creato una forma che è veloce anche da ferma”. È vero. Non è solo bella. Amalfi ti chiede di salire. Ti dice di andare. E non ti concede la possibilità di discutere.
Arriverà nel 2026. L’investimento per la Baby Ferrari parte da 240.000 euro, in Italia. Da ricordare: non è la Roma col vestito nuovo. È la GT che, se potesse parlare, direbbe: “Mettiti al volante. Il mondo è là fuori e io ho fame di curve. Andiamo!”.

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