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LA PISTA DI IMOLA ACCOGLIE IL SUZUKI BIKE DAY 2023

Auto efficienti, sicure, divertenti e sempre più curate anche sotto il profilo del design. Ma non è tutto qui. Il Dna di Suzuki si è evoluto e sviluppato anche in altre direzioni, con una spiccata predilezione per lo sport.

Non è difficile, né tantomeno azzardato, trovare una similitudine tra i modelli del marchio giapponese e la preparazione, la disciplina, la fatica e lo spirito di sacrificio richiesti da molte discipline sportive. Oltre alle qualità sommariamente citate poco fa, la gamma Suzuki si contraddistingue, infatti, per una filosofia ampiamente sostenibile. Infatti, dispone al gran completo di motorizzazioni ibride, nelle loro varie forme, e della trazione integrale 4×4, sinonimo di prestazioni e di spirito d’avventura all’insegna di escursioni al di là del consueto perimetro quotidiano.

Nessuna sorpresa quindi di fronte al legame, instaurato ormai alcuni anni fa tra Suzuki e il ciclismo. Una partnership che si è sviluppata sotto varie forme, fino a sfociare nel Suzuki Bike Day, evento giunto quest’anno alla terza edizione.

La sede prescelta rappresenta un’eccellenza, sia per il mondo dei motori sia per il ciclismo. L’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola non è solo teatro di epiche sfide della F.1, ma nella sua storia ha ospitato anche il Campionato del Mondo di Ciclismo su strada del 1968, vinto da Vittorio Adorni, e quello del 2020. Oltre a questo, ospiterà anche una tappa del Tour de France.

Il Suzuki Bike Day si è dipanato lungo un tracciato ad anello di 41,3 km che ha combinato oltre al circuito imolese anche le salite dei “Tre Monti”, della cima Galisterna e del Mazzolano, per arrivare fino a Riolo Terme e riprendere la strada verso Imola. Il dislivello totale è stato di 710 metri con pendenze massime del 16%. Un percorso divertente ma allo stesso tempo semiprofessionale.

Anche in questa occasione, il Suzuki Bike Day ha avuto uno scopo benefico, addirittura duplice.

Insomma, il Suzuki Bike Day è la rappresentazione concreta di quella che la Casa giapponese definisce come la visione olistica della mobilità. Ovvero una visione d’insieme dell’intero ambiente nel quale la mobilità stessa si sviluppa, frutto non solo dell’evoluzione tecnologica, ma anche di un ripensamento degli spazi che si trasformano in luoghi che tutti gli utenti devono condividere nel rispetto reciproco.

 

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